Gerardo Gifuni (1915 – 1986)

Dicembre 1947

La sua mano calda tiene la mia. Camminiamo felici. Arriviamo. Le sue braccia mi sollevano e… volo sulla sua scrivania. Vedo il mare, lo guardo con stupore: è immenso… è bellissimo… e quell’intenso azzurro contrasta con le onde bianche e spumeggianti che si infrangono rumoreggiando contro gli scogli, lì, sotto la finestra.

La mamma mi ha messo il vestitino bello e le scarpine nuove e poi ha pettinato con cura i miei boccoli biondi. Ho poco più di cinque anni e anche se sono molto timida, mi piace recitare e sono felice di esibirmi, e lui è orgoglioso nel sentire la sua bambina declamare per i colleghi, in un silenzio quasi irreale, la poesia di Natale. Mi applaudono. E quando papà mi mette giù, sorridendo mi dice: – Sei stata bravissima- e mi dà un grosso bacio, poi, mi prende per mano, ci avviamo, e la sua stretta meravigliosa mi dà tanta sicurezza.

Rivedo Pietrarsa sabato 28 marzo 2015, sono passati circa 68 anni da quel giorno, la palazzina degli uffici non c’è più ma mi hanno mostrato il luogo dove sorgeva, l’ho fotografato: il mare è immenso, bellissimo, azzurro, quell’intenso azzurro che contrasta con le onde bianche e spumeggianti che si infrangono ancora contro gli stessi scogli, come allora, e ho respirato l’atmosfera che respirava papà.

Nel 1975 le officine terminarono la produzione. Nel 1989 dopo lunghi lavori di restauro venne aperto al pubblico il “Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa” in occasione delle celebrazioni per i 150 anni delle Ferrovie italiane.

Ma papà se n’era andato tre anni prima.

Annamaria Gifuni